Non passa una settimana senza che si legga il roboante annuncio di una amministrazione comunale riguardo alla prossima apertura di un nuovo casinò cittadino. C'è perfino una associazione dei comuni italiani che aspirano a divenire sedi di casinò: si chiama Anit (Associazione Nazionale per l’Incremento Turistico) e ci crede tantissimo. Se tutti questi annunci o dichiarazioni di intenti si realizzassero, avremmo decine di nuovi casinò italiani in cui giocare. Invece, a meno di giocare online o all'estero, siamo sempre ai soliti quattro. Vedremo qui una breve panoramica della situazione nelle varie città.

Per cominciare, bisogna capire perché sindaci e consiglieri comunali dichiarano così spesso di voler aprire nuovi casinò terrestri: il fatto è che i soldi dell'amministrazione sono sempre meno e le spese (giustificate o meno) sempre di più. A molti sembra facile immaginare che eventuali nuovi casinò italiani porterebbero un flusso di nuovi introiti, immediati e permanenti, nelle casse pubbliche. Oggi le entrate dei quattro casinò stagnano in totale a un livello di circa 300 milioni di euro all'anno. Con l'apertura di nuovi casinò, si spera di ottenere soldi pronti a essere spesi o a coprire perdite di bilancio preesistenti, ma non possiamo sapere se chi fa annunci di questo tipo ci creda veramente o ne parli soltanto per fare effetto su cittadini ed elettori. Fatto sta che la frequenza di queste dichiarazioni è impressionante.

E non parliamo qui dell'apertura delle centinaia di sale giochi sparse da alcuni anni nelle nostre città: queste sono per lo più sale slots, prive dei giochi da tavolo (principalmente blackjack e roulette, ma anche altri) che fanno il prestigio e l'ambiente di un vero casinò. Quindi non contiamo Le Palme (nelle sue due sedi di Abruzzi e Marche) che, nato come "casinò di Civitanova", si accontenta da tempo dell'appellativo molto meno ambizioso di "Slot Palace", sia a Civitanova Marche sia a S. Giovanni Teatino negli Abruzzi. Qui parliamo invece di veri e propri casinò, oltre ai soliti Sanremo, Campione, Saint-Vincent e Venezia.

San Pellegrino Terme

Il casinò di San Pellegrino Terme è già esistito e ve ne abbiamo già parlato diverse volte, mostrandovi anche foto d'epoca del casinò. Non solo, lo splendido palazzo del casinò è ancora utilizzato per eventi e matrimoni e non ci vuole troppa immaginazione a immaginarlo come sede di un nuovo casinò terrestre. L'autorizzazione è stata chiesta da tempo  e la mozione approvata dal consiglio comunale all'inizio del 2015. È forse il tentativo che ha più chances di realizzarsi, ma il cammino è lento e impervio per l'amministrazione locale, unanime in difesa dell'ambizioso progetto.

Lo splendido palazzo del casinò di San Pellegrino Terme

Cosa ne dite di giocare al casinò in questo splendido palazzo di San Pellegrino Terme? (foto casinosanpellegrinoterme.com)

Nuovi casinò in Sicilia

È Taormina la città siciliana con maggiori probabilità di veder nascere un nuovo casinò italiano: c'era già stato in città un casinò di Taormina, oltre 50 anni fa (parliamo dei due anni 1963 e 1964). Oltre ad essere l'unico casinò italiano a sud del Rubicone, questo nuovo casinò rappresenterebbe un richiamo turistico eccezionale per l'isola e una certa concorrenza verso i vicini casinò di Malta.

L'altro casinò di cui si parla in Sicilia verrebbe aperto a Palermo (si dice nella frazione e località turistica di Mondello). L´Assemblea regionale siciliana ha approvato la legge voto per la nascita di due casinò in Sicilia già nel 2014.

Il casinò di Taormina

Un'immagine del casinò di Taormina negli anni ’60, a Villa Mon Repos

Merano

Meno consensi miete l'idea di un nuovo casinò a Merano, in riva al Passirio. La proposta è sponsorizzata dalla Südtiroler Volkspartei, suscitando critiche sia da destra che da sinistra. Tuttavia, il Consiglio Provinciale ha già approvato a maggioranza nel 2013 la proposta in favore della nuova casa da gioco a Merano.

Anzio

Il casinò di Anzio esiste già, non solo perché il palazzo del Paradiso sul Mare (qui in una foto d'epoca) è ancora in piedi, ma anche perché ospita già attività di giochi di casinò (senza azzardo, perché i premi sono offerti dai commercianti locali). L’amministrazione locale crede molto in questo progetto, al punto da far dire al Sindaco di Anzio Luciano Bruschini che l'apertura di un nuovo casinò ad Anzio avverrà anche senza modifiche alle leggi esistenti che non consentono l’apertura di nuovi casinò in Italia. Esagerazioni a parte, malgrado la città di Anzio attenda dal 1926 che il Paradiso sul Mare apra i cancelli per svolgere l'attività per la quale era stato costruito, sembra che questa eventualità sia piuttosto improbabile.

Gardone Riviera

Anche il sindaco di Gardone Riviera (in provincia di Brescia) tiene a riaprire il casinò di Gardone, locale chiuso dal 1946 e trasformato da qualche anno in ristorante. Il consiglio comunale ha approvato all’unanimità nel 2009 la creazione della società a responsabilità limitata che gestirà il casinò della "perla del lago" di Garda, per la quale il municipio farà un mutuo di 700 mila euro. Per ora, non si è vista una sola slot...

Rapallo

Cento anni fa il casinò municipale di Rapallo era situato all'Hotel Kursaal della cittadina ligure. Qui la storia è un po' diversa: dopo anni di battaglie politiche e amministrative, il cui scopo era quello di far risorgere gli antichi fasti del Kursaal, gli amministratori locali si sono arresi e hanno alzato le braccia. Il casinò sarebbe stato ideale per aumentare le entrate e migliorare l'afflusso turistico in città, ma a Rapallo si sono stufati della battaglia per promuovere nuovi casinò in Italia, in particolare dopo che anche l'iter giudiziario si è scontrato con l'opposizione della Corte Costituzionale, in difesa delle deroghe al gioco d'azzardo concesse esclusivamente ai quattro casinò nazionali per motivi del tutto eccezionali e irripetibili.

Altre località candidate a nuovi casinò

Si è parlato nel tempo di un nuovo casinò a Rimini, ma qui gli amministratori locali sono molto più freddi. Forse sono scottati dall'esperimento effettuato pochi anni fa con il casinò di Jesolo, chiuso nel 2013 e i cui risultati furono fallimentari. Ci sono altre località in tutta la penisola più o meno interessate a un futuro casinò: Acqui Terme (in provincia di Alessandria), Bagni di Lucca, Fasano (in provincia di Brindisi), Godiasco Salice Terme (in provincia di Pavia), Grado (in provincia di Gorizia), Lignano Sabbiadoro (in provincia di Udine), Montecatini Terme (in provincia di Pistoia), Stresa (in provincia di Verbania sul Lago Maggiore), Sorrento, Tropea (in provincia di Vibo Valentia in Calabria) e Porto Azzurro (sulla costa dell'Isola d'Elba). Non ci sembra queste speranze abbiano molte probabilità di essere esaudite nell'immediato. E non ci interessa per niente giocare in quella bisca a cielo aperto che Il Fatto Quotidiano ha chiamato in questo video (non senza humor) il casinò di Milano:

 

La cosa più sicura, in attesa dell'apertura di nuovi casinò terrestri in Italia, è giocare nei casinò online già aperti, legali e sicuri, come quello di SNAI .

Gaming Hall di Jesolo

La Gaming Hall, il piccolo casinò del lido di Jesolo, ormai chiuso (foto Bezdikian Architects)