La vita di Gerolamo Cardano (noto anche come Girolamo Cardano, Hieronymus Cardanus in latino e Jerome Cardan in francese) è di per sé una storia eccezionale, piena di fatti straordinari e anche purtroppo di terribili tragedie. Ma prima di raccontarla, vi diciamo perché questo studioso del '500 è tanto importante per i giocatori di oggi: perché fu il primo a studiare le probabilità, e proprio a causa del suo interesse nel gioco d'azzardo. Non solo, perché questo brillante scienziato si occupò anche di molte altre cose, ma lo vedremo.

La vita

Ritratto di Gerolamo Cardano

Ritratto di Gerolamo Cardano

Cardano nacque a Pavia nel 1501, come figlio illegittimo un notaio, Fazio Cardano, colto e edotto di matematica, che era stato amico di Leonardo da Vinci. Nato da una relazione clandestina del notaio con la giovane vedova Chiara Micheri, Cardano era stato in realtà un figlio non voluto. Come racconta nella sua autobiografia, infatti, la madre aveva cercato di abortire, senza avere successo. E la sua autobiografia, che si chiama De vita propria, è una straordinaria fonte di notizie sugli eventi della straordinaria vita di questo studioso.

Dopo essere sopravvissuto a diversi tentativi di aborto, a tre mesi di vita il piccolo Gerolamo prese la peste, allora un flagello che sterminava milioni di persone. Sopravvisse (anche se per tutta la vità portò sul viso i segni della malattia). E si vede che era destino.

Nonostante l'illegittimità, fu il padre che per primo lo introdusse allo studio della matematica. Cardano era uno studente brillante, e si laureò in medicina all'Università di Pavia, già allora polo di studi prestigioso in questo campo. Tuttavia, proprio per il suo status di figlio nato fuori dal matrimonio, non gli fu permesso di iscriversi all'albo dei medici di Milano. Riuscì a esercitare comunque al di fuori della grande città, guadagnandosi una solida reputazione che lo portò in diverse corti. Nel 1531 si sposò e negli anni successivi ebbe tre figli, dopo essere guarito dall'impotenza che l'aveva colpito in giovane età.

La professione medica si affiancò all'amore per la matematica, che lo portò a insegnare e a studiare, in particolare l'algebra. Nel 1545 viene pubblicata la sua principale opera in questo campo, l'Ars magna, che contiene i suoi studi sulle equazioni cubica e quartica. Ma il suo libro più famoso tra i giocatori è  il Liber de ludo aleae, scritto negli anni '60 del '500 e pubblicato postumo. Qui si parla per la prima volta in modo sistematico della probabilità, ma non solo. Si parla anche di come barare senza farsi beccare! Cardano infatti era un appassionato giocatore, sempre alla ricerca di metodi per vincere, non importa se regolari o meno.

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Del resto tutta la sua vita denota una notevole insofferenza alle regole, nonché una mente vivace e curiosa, presa da molti interessi. Purtroppo in quell'epoca le menti libere non erano apprezzate, e fu accusato di eresia. L'accusa era di avere pubblicato un oroscopo di Gesù. Era infatti anche uno studioso di astrologia, in un'epoca in cui era considerata una scienza. Del resto, questo scienziato con la passione per il gioco era spesso al verde a causa del gioco, ed era costantemente alla ricerca di nuovi guadagni tra la medicina, la matematica e l'astrologia.

L'accusa di eresia lo portò in carcere per diversi mesi, finché fu costretto ad abiurare e a lasciare la sua cattedra universitaria a Bologna. Di nuovo in ristrettezze economiche, si trasferì a Roma, dove ottenne la benevolenza di Papa Gregorio XIII, che gli concesse un vitalizio. Persino la dipartita di Cardano non fu, come dire, “regolare”. Lo scienziato infatti “predisse” la data della sua morte, predizione che si rivelò azzeccata. Nessuno sa se Cardano si suicidò o se le sue conoscenze astrologiche gli avessero davvero dato la preveggenza.

Quando era ancora in vita, purtroppo due dei suoi figli gli diedero grandi dolori. Il suo primo figlio, Giambattista, che era anche il suo prediletto, avvelenò la moglie, accusata di averlo tradito. Per questo motivo fu condannato a morte. Il figlio Aldo invece ereditò dal padre il vizio del gioco e arrivò persino a derubarlo.

Lo studio sulla probabilità

Cardano aveva una passione per i dadi

Cardano aveva una passione per i dadi

Nel libro già citato De Ludo Aleae, Cardano analizza il gioco dei dadi. Si trattava di uno studio di certo non disinteressato, visto che come abbiamo detto lo scienziato amava il gioco, e che nei fatti ha fondato la Teoria della probabilità. Le sue intuizioni sembreranno banali oggi, ma per l'epoca erano avanzatissime. Capì che la probabilità è il rapporto tra il numero dei casi favorevoli e quello dei casi possibili, per cui la probabilità di successo nel gioco dei dadi con un dado solo è di 1 su 6. Scommettendo su due numeri, quindi, si ha una possibilità su tre di vincere. Fu quindi il primo a capire l'importanza di conoscere la probabilità di successo di una scommessa prima di puntarla, nozione che tutti i giocatori di giochi di casinò dovrebbero conoscere molto bene.

Altri contributi e invenzioni

Moltissime sono le invenzioni di Cardano usate ancora oggi, e sono più di un centinaio i trattati scritti dallo scienziato sugli argomenti più diversi (molti dei quali possono essere scaricati qui). Sempre in matematica, fu il primo a usare in modo sistematico i numeri inferiori allo zero e introdusse il teorema binomiale. Per quanto riguarda la soluzione dell'equazione cubica, sembra in realtà che Cardano si sia appropriato di una idea del matematico Niccolò Fontana Tartaglia, che avrebbe fatto l'errore di rivelargliela.

Tra le sue invenzioni ci sono la sospensione cardanica e il giunto cardanico. La sospensione cardanica è un tipo di sospensione realizzata con tre anelli concentrici collegati da degli snodi, ed è ancora oggi utilizzata nelle bussole per far muovere liberamente l'ago. Il giunto cardanico è un giunto presente in moltissimi macchinari e veicoli, anche se l'attribuzione a Cardano non è in realtà certa. Studiò inoltre crittografia, scienze naturali, alchimia e politica.